Prima di tutto vorrei chiarire cos’è la paura: la paura è un’emozione negativa che proviamo di fronte a una minaccia. Due delle principali paure sono quella di amare e quella di morire.
Detto che la paura è un’emozione, è importante capire che non dipende mai dai pericoli, ma solo da quello che tu pensi.
In sostanza non conta se ti trovi di fronte a una minaccia, conta se tu consideri pericoloso qualcosa.
La paura la provi se tu pensi di essere di fronte a una minaccia capace di farti del male.
Non ci credi? Pensi ancora che siano le cose, le situazioni, a creare la paura che vivi?
Fermiamoci un attimo, altrimenti non vincerai un bel niente!
In questo tempo di disorientamento, paura e confusione mi è sembrato doveroso fornire il mio contributo come professionista. Sarebbe scontato consigliarvi le precauzioni e il richiamo alla responsabilità che le istituzioni e i mass media ci hanno giustamente e doverosamente comunicato.
Quello su cui vorrei soffermare l’attenzione è la gestione della paura.L’esempio della Lombardia e la fuga di alcuni dalla regione è un esempio non di persone irresponsabili come comunemente si può pensare, ma di scelte irresponsabili di persone che hanno perso il controllo.
Infatti, in condizioni di stress la paura può prendere il sopravvento e spingere le persone a prendere decisioni irrazionali senza pensare alle conseguenze. L’azione è irresponsabile, la radice è la paura non controllata.Oggi è toccata alla Lombardia domani lo “sbalzo emotiva” potrebbe salire in qualche altra parte dell’Italia e quali potrebbero essere le conseguenze? Meglio essere informati!
Mi rendo conto che ogni situazione è a sé: la paura di un virus a volte asintomatico e le conseguenze economiche (già in atto) possono prendere il sopravvento, ma essere lucidi e razionali, mantenere il “sangue freddo”, sono il requisito fondamentale per sopravvivere nei tempi di crisi e/o di potenziale pericolo.Essere razionale significa avere la giusta lucidità per fare la cosa giusta al momento giusto, non significa non guardare la Realtà o essere superficiali.Desidero innanzitutto spiegarvi scientificamente cosa accade al nostro cervello in situazioni di stress e di pericolo perché prendiate maggiore consapevolezza della temperatura della vostra emotività prima che inizi a "ragionare" per voi.Abbiamo una parte del cervello più antica detta “arcaica” o “rettile” e un’altra più evoluta creatasi di recente, la “neocorteccia cerebrale” più riflessiva. Dagli studi del neuro scienziato portoghese Antonio Damasio è emerso che l’80% dei nostri comportamenti, delle nostre scelte, delle nostre reazioni e dei nostri stati emotivi è sotto controllo del cervello rettile.Il nostro “radar” che attiva il cervello arcaico si chiama amigdala ed è una ghiandola che in condizione di tensione, di stress, di malumore è molto più attiva nell'intercettare i pericoli e tende con più frequenza a interpretare gli stimoli esterni come potenziali minacce.Cosa voglio dire con questo? Il nostro cervello in questo momento è particolarmente sotto stress e potrebbe mettere in atto strategie di sopravvivenza come: la fuga, il blocco e l’attacco. Se vedete l’esempio della Lombardia è lampante di come in alcune persone abbia preso il sopravvento la parte più antica del cervello e come siano state prese delle scelte illogiche ed irresponsabili per sé stessi ed il Paese.L’altro aspetto da non sottovalutare è la presenza in ognuno di noi di neurotrasmettitori in grado di captare le emozioni degli altri e così il rischio di psicosi in queste situazioni è alta. Le emozioni sono contagiose. Avete presente cosa accade nei concerti quando ci sono falsi allarmi? Si crea una “mandria”in movimento e le persone impaurite non si sa per cosa diventano come “belve” in fuga calpestando tutto ciò che si presenta davanti a loro.In questo momento c’è bisogno di lucidità, calma e “sangue freddo”. Il pericolo c’è, ma va affrontato con lucidità ed una sana razionalità.
Tu crei la paura. Non sono virus, ragni, persone, incendi, tempeste. Sono i tuoi pensieri. Questa consapevolezza è ciò che fa davvero la differenza.
Ad esempio usa queste domande:
Cosa ti spaventa esattamente di questa situazione?Cosa dovrebbe accadere per non avere più paura? Non avresti paura se…Hai sempre paura o ci sono situazioni in cui non la senti? Se sì, quali sono?La paura aumenta in certe situazioni o quando tu hai stati d’animo particolari? Quali?
Scrivi le risposte a queste domande per identificare cosa ti fa paura. Più sai essere preciso, o precisa, più sarà facile vincere questa paura.
Di seguito alcuni consigli per gestire la paura del Coronavirus:
1. Cerca il più possibile di ridurre occasioni di stress (persone negative, discussioni logoranti, internet ecc..),aumentare le occasioni di relax (passeggiate, letture rilassanti..) e, prendere consapevolezza dei pensieri negativi che influiscono sullo stato d’animo. Ciò abbassa il livello di cortisolo un ormone generato dallo stress e abbassa la serotonina responsabile del nostro benessere.
2. Proprio perché le emozioni sono contagiose non farti sopraffare dalle persone emotive o rischieresti di farti trascinare in azioni o decisioni senza senso. Se sei emotivo limita di stare sui social, vedere la televisione o ascoltare le notizie in radio. Sii consapevole della tua emotività e sii responsabile nel gestirla. Fai azioni che siano sotto il tuo controllo.
3. Le crisi e i momenti difficoltà sono un’opportunità per fare uscire la parte migliore di sé, la creatività e il proprio potenziale inespresso. La tentazione di pensare al fallimento e ai disastri è dietro l’angolo. Ciò attiva il cervello “rettile” con l'insorgere della paura che portata a certi livelli blocca il potenziale e la creatività.
4. Sii proattivo e concentrati sulla soluzione, anziché perdere energia e tempo per incolpare il governo, l’America, la Cina, guardare ossessivamente i social e le news, preoccuparti di ciò che accadrà, capire l’origine del Coronavirus, ecc.. Sono tutte fonti di stress inutili che non puoi controllare. Le domande giuste potrebbero essere: quali azioni posso mettere in atto per proteggermi? Cosa posso fare io per aiutare la comunità con la mia professione senza mettere in pericolo nessuno? E successivamente vivi! Parlarne alimenta lo stress!!
5. Se hai un business in crisi è tempo di cambiare qualcosa: quando vivevo in Argentina ero colpito dalla creatività degli argentini di reinventarsi, la capacità di sfruttare le crisi a loro vantaggio e la capacità di fare alleanze.Che cambiamento mi si sta chiedendo in questa situazione? Che nuove soluzioni o strategie posso mettere in atto? Come la tecnologia può venirmi in supporto? Quali alleanze?
Vorrei concludere con una frase di un celebre personaggio eroe del nostro Paese, ossia, Paolo Borsellino
“È normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.”
Comments